I rischi emergenti nel 2025 secondo AXA

//I rischi emergenti nel 2025 secondo AXA

I rischi emergenti nel 2025 secondo AXA

(IlBroker.it) – Assicurazione significa prevenire le avversità e proteggere i clienti dai rischi. Per svolgere questa missione al meglio, gli assicuratori devono saper interpretare i rischi di oggi e prepararsi a quelli di domani. Hélène Chauveau, Head of Emerging Risks di AXA, li definisce “nuovi rischi in evoluzione o in mutamento, caratterizzati generalmente da una maggiore incertezza”. Questa incertezza, continua, è “in parte derivata dalla mancanza di dati storici che li caratterizzino, ma anche da cambiamenti scientifico-tecnologici, socio-politici o normativi che possono creare discontinuità nella loro evoluzione”.

In questo contesto, caratterizzato da “centinaia di potenziali rischi emergenti”, come possiamo classificare le potenziali minacce?

A partire dal 2014, Hélène e il suo team hanno creato e gestito l’Emerging Risk Survey. Con interviste a oltre un migliaio di collaboratori AXA e a scienziati in tutto il mondo, la survey si rivolge a esperti con background e competenze eterogenei per tracciare un quadro completo ed esaustivo dei rischi emergenti. I risultati di quest’anno hanno messo in luce la predominanza dei rischi ambientali (climate change, risorse naturali) e dei rischi legati alla tecnologia (Internet of Things (IoT), Intelligenza artificiale (AI) e cyber risk) oltre all’incertezza finanziaria […]

RISCHIO EMERGENTE #2: CYBER RISK

Il cyber risk è davvero un rischio emergente? Per Victoria Melvin, Head of Research – AXA Group Security, questa questione dipende dal proprio punto di vista. “In parole povere, i cyber risk esistono sin dalla creazione di Internet e difficilmente si possono qualificare come emergenti. Ma per quanto riguarda le definizioni del settore assicurativo, il cyber risk è un rischio emergente: è ancora poco capito e semplicemente noi non abbiamo abbastanza informazioni storiche per essere in grado di definire i prezzi con i metodi di pricing tradizionali”.

E c’è una valida ragione alla base di tale scarsità di informazioni, data la natura sempre mutevole del cyber risk, come accennato da Victoria Melvin: “abbiamo visto come può influenzare centinaia di migliaia di persone in centinaia di paesi in una manciata di secondi, quest’anno con l’attacco WannaCry ransomware”.

Si aggiungono a questa complessità l’entità dei rischi cibernetici – dalla criminalità informatica alla guerra d’informazione – e l’ampia gamma di soggetti interessati – individui, Stati e società.

Per Victoria Melvin, “aumentare la consapevolezza del rischio tra gli attori pubblici e privati è un primo grande passo. Ma questo non è abbastanza. Dobbiamo anche agire per combattere questi rischi”. In definitiva, questo primo passo dovrebbe aiutare a cambiare il modo in cui percepiamo questo rischio: “c’è ancora un equivoco sul fatto che si tratta di un rischio tecnologico, quando è davvero un rischio per l’impresa”… CONTINUA A LEGGERE QUI

2018-02-19T10:38:03+00:00